La nostra zona
Intorno a noi
Il quartiere San Siro si trova nella periferia occidentale della città, appartenente al Municipio 7.
Confina con:
Lampugnano e QT8;
la vecchia Fiera;
Trenno.
Inoltre, è delimitato a sud da via Novara e via Rembrandt.
Nel quartiere convivono due anime: una verde e una che presenta grandi aree edificate più moderne che offrono molti servizi.
Stadio Meazza a San Siro: la storia di un simbolo.
Naturalmente, la prima cosa da vedere è proprio lo stadio Meazza di Milano.
Ultimato nel 1926, vi si giocò in quell’anno la prima partita del Milan: uno stadio avveniristico per l’epoca, in quanto poteva ospitare 35.000 spettatori.
Nel tempo ci furono molte modifiche: la sua capienza passò a 55.000 nel 1935 con un ampliamento realizzato dal Comune di Milano, che acquistò l’impianto; nel 1947 anche l’Inter iniziò a giocarvi, lasciando l’Arena Civica.
Negli anni Sessanta, lo stadio arrivò ad avere la capienza di quasi 100.000 spettatori e, infine, venne ristrutturato per un’ultima volta per i Mondiali di Italia ’90.
Museo di San Siro: tra i trofei di Inter e Milan
Nel Museo è possibile vedere i trofei vinti da Inter e Milan, conoscere la storia dell’impianto, vedere una serie di cimeli e avere una panoramica sugli eventi extracalcistici ospitati dallo Stadio, come i concerti o la visita del Papa.
Ippodromo del galoppo: la storia
In zona San Siro si trova anche l’Ippodromo del Galoppo di Milano.
Costruito a partire dal 1913, è uno dei punti di riferimento per l’ippica mondiale, ma è anche un luogo di ritrovo, grazie ai suoi spazi verdi e ai ristoranti. Oggi ospita anche importanti concerti di artisti internazionali.
Cavallo di Leonardo
L’opera venne inizialmente progettata da Leonardo da Vinci alla fine del Quattrocento. Tuttavia, per motivi tecnici prima e poi causa della caduta della Signoria di Ludovico il Moro, non venne mai effettivamente realizzato, nonostante Leonardo abbia lasciato moltissimi disegni e modellini.
L’artista americano Charles Dent negli anni Settanta decise di provare a costruirlo, ma non riuscì a completarlo prima della morte.
Solo grazie ai finanziamenti del magnate Frederik Meijer, l’artista newyorkese Nina Akamu lo completò e lo donò al Comune di Milano, dove il Cavallo è installato dal 1999.
Oggi, è la statua equestre più grande del mondo, alta quasi 8 metri e realizzata in bronzo.
Eventi
Decreto Salva-casa, approvata dal Cdm la sanatoria di Salvini. Dai tramezzi ai soppalchi, ecco cosa prevede. Tende da sole senza permesso.
Vetrate in edilizia libera
Sono da ora considerate in edilizia libera le vetrate panoramiche amovibili (le Vepa), anche per i porticati rientranti all'interno dell'edificio. Le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende, anche a pergola, addossate o annesse agli immobili, purché non determino spazi stabilmente chiusi.
Tolleranze costruttive e tolleranze esecutive
Sono considerate tolleranze costruttive gli interventi, realizzati entro il 24/05/2024. Restano del 2% per una superficie superiore a 500mq, passano al 3% per una superficie tra i 300 e 500mq, al 4% per una superficie tra i 100 e 300mq e al 5% sotto i 100mq.
Per tolleranza esecutiva si intendono le irregolarità geometriche, le modifiche alle finiture degli edifici di minima entità, la diversa collocazione di impianti e opere interne. Per gli interventi realizzati entro il 24/05/2024 sono incluse, ad esempio, tra le tolleranze esecutive: il minor dimensionamento dell'edificio; la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali; le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni; la difforme ubicazione delle aperture interne, la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria.
Le novità per l’accertamento di conformità
Finora l'accertamento di conformità poteva essere chiesto solo quando veniva dimostrata la 'doppia conformità'. Ossia, l'opera doveva essere conforme alla normativa edilizia e urbanistica vigente sia al momento della realizzazione, sia al momento della presentazione dell'istanza. Il decreto salva-casa semplifica la normativa, richiedendo la doppia conformità solo nei casi più gravi.
I tempi per rispondere
Si supera il 'silenzio rigetto' e si introduce il 'silenzio assenso'. Significa che se l'amministrazione non risponde, entro i seguenti termini, l'istanza si considera accettata. In particolare: se il permesso è in sanatoria devono rispondere in 45g; per la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), invece, devono rispondere entro 30g. A queste tempistiche, per immobili soggetti a vincolo paesaggistico, si aggiungono fino a 180g.
Come dimostrare lo stato legittimo
Il salva-casa riduce gli oneri amministrativi per i cittadini: per dimostrare lo stato legittimo sarà sufficiente presentare il titolo che ha disciplinato l'ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria.
Ne deriva quindi che le parziali difformità che saranno sanate contribuiranno a dimostrare lo stato legittimo di un immobile.
Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia - spiega il Parlamento europeo - è di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. Ecco cosa prevede la normativa.
EDIFICI NUOVI - Dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli di proprietà pubblica la scadenza è fissata al 2028.
RISTRUTTURAZIONI - Abbandonata l'idea delle classi energetiche armonizzate, almeno il 16% - rispetto al 2020 - degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Una promozione che richiede interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari.
PANNELLI SOLARI - L'obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dovranno inoltre essere attuate strategie, politiche e misure nazionali per dotare di impianti solari gli edifici residenziali.
CALDAIE A GAS - I Paesi avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Previsti anche incentivi per incoraggiare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.
FLESSIBILITÀ - Le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell'obiettivo di efficienza.
ESENZIONI - I governi potranno esentare gli edifici storici e agricoli, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente.
ENTRATA IN VIGORE - L'accordo dovrà ora essere confermato dai governi nazionali per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrare in vigore venti giorni più tardi.
PIANI NAZIONALI - I 27 Stati membri avranno due anni di tempo per adeguarsi presentando a Bruxelles le loro tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi di efficientamento.
INVESTIMENTI - La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all'anno in più rispetto alle risorse attuali. Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi potranno attingere ai fondi Ue per sostenere la svolta: tra questi, il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.
Compravenduto
Pubblicazione dati sul compravenduto
tipologia | mq | bagni | locali | prezzo | distanza |
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monolocale | 32 | 0 | - | € 110.000 | 29 m |
3 locali | 88 | 1 | - | € 340.000 | 49 m |
2 locali | 52 | 0 | - | € 210.000 | 59 m |
2 locali | 56 | 1 | - | € 220.000 | 59 m |
2 locali | 63 | 1 | - | € 245.000 | 216 m |
4 locali | 124 | 2 | - | € 425.000 | 325 m |
2 locali | 80 | 0 | - | € 300.000 | 326 m |
2 locali | 55 | 0 | - | € 205.000 | 534 m |
2 locali | 72 | 0 | - | € 262.500 | 708 m |
2 locali | 64 | 1 | - | € 275.000 | 1 km |
Le reazioni
Un incontro che ha prodotto un’onda di reazioni per tutta la giornata. Durissima Barbara Berlusconi: «Una vicenda umiliante. Una commedia all’italiana fatta per non decidere nulla. Sono stati persi mesi per constatare l’ovvio. Come nel gioco dell’oca, siamo al punto di partenza». Giudizio sposato «parola per parola» anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Vorrei che si esaminasse la proposta di considerare intoccabile San Siro e avviare nel contempo la costruzione nella stessa area del nuovo stadio. Più volte ho illustrato la convenienza di questa soluzione e sono pronto a riproporla». Proposta che per il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino Riccardo Truppo è «tra i miglior progetti da intraprendere». In serata anche il ministro Matteo Salvini è intervenuto, tuonando: «Sala lasci correre i club».
I club
I punti d’osservazione: Inter e Milan bocciano il progetto di WeBuild per il restyling del Meazza; le risposte su costi e tempi dovranno arrivare a breve a partire dall’incontro con la Sovrintendenza settimana prossima per cercare di rimodulare il vincolo; non si scarta, anche per questo, il «Piano B» (nuovi stadi a Rozzano e San Donato). Letture e critiche dopo essere tornati alla prima ipotesi, al progetto del 2019 della «Cattedrale» di Populous. Il sindaco evidenzia «l’unità di intenti delle due squadre» la cui presenza a Milano «è importante». Tralasciate la seconda e la terza opzione della lettera inviata il 9 agosto dai club al Comune in cui si parlava di «riqualificare» il Meazza, il passo annunciato è la vendita dell’impianto esistente con un bando pubblico per poi «rifunzionalizzarlo». I comitati dei cittadini insistono per la ristrutturazione che «non è solo una preferenza ma l’unica opzione dopo il giudizio del Tar. Comunque aspettiamo gli atti» ha detto Veronica Dini, legale del comitato promotore del «referendum San Siro».